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Quando un tubo o un profilo viene curvato, la sezione non rimane perfettamente uguale a quella iniziale. La fibra esterna si allunga, quella interna si comprime: da qui nascono due difetti tipici, ovalizzazione (schiacciamento della sezione) e grinze (ondulazioni all’interno del raggio). 

Conoscerne le cause aiuta a prevenirli già in fase di progetto. Scopriamo quali sono.

Che cos’è l’ovalizzazione (e come si misura)

Per ovalizzazione si intende la riduzione del diametro minore rispetto a quello maggiore dopo la piega. In pratica: si misura il diametro maggiore (Dmax) e quello minore (Dmin) nella zona curva e si calcola la percentuale:

Ovalizzazione % = (1 − Dmin/Dmax) × 100

Valori bassi (p.es. ≤6-8%) sono in genere accettabili per estetica e accoppiamenti. Oltre, aumentano il rischio di perdite di portata, giochi impropri o problemi di montaggio con giunti standard.

Che cosa sono le grinze

Le grinze compaiono sul lato interno della curva quando il materiale in compressione non è sostenuto a sufficienza. Si presentano come piccole onde o piegoline. Oltre a un impatto estetico evidente, possono indebolire localmente la sezione e creare punti di innesco per corrosione o fatica.

Ovalizzazione e grinze: cause principali dei difetti

  1. Raggio troppo stretto rispetto a diametro e spessore: un rapporto raggio/diametro (CLR/D) basso e un rapporto spessore/diametro (t/D) ridotto amplificano schiacciamento e instabilità.
  2. Assenza o taratura scorretta del mandrino: senza mandrino interno (o con punta troppo arretrata) la parete esterna si assottiglia e quella interna collassa.
  3. Mancanza di wiper o wiper non a contatto: il wiper “stira” l’onda nascente; se non appoggia correttamente compaiono grinze.
  4. Contromatrice/pressa non allineate: giochi eccessivi o cave non conformi alla sezione portano torsione e ovalizzazione.
  5. Lubrificazione insufficiente: attriti elevati generano rigature, strappi e tirano il materiale fuori zona neutra.
  6. Materiale e stato metallurgico: leghe incrudite (es. alluminio T6, inox incrudito) hanno minor duttilità; saldatura longitudinale mal posizionata può innescare grinze.
  7. Orientamento del profilo (per quadri/rettangolari): in hard-way le facce larghe sono più instabili.

Limiti pratici di progetto (regole rapide)

Per raggi stretti (≈1-1,5×D), cerca t/D ≥ 0,1 e prevedi mandrino + wiper.
Per raggi standard (2-3×D), t/D 0,06-0,08 è spesso sufficiente con mandrino.

Su profili rettangolari in hard-way, resta su R ≥ 3-4×lato largo se lo spessore è medio/sottile.

Sono indicazioni empiriche: validale sempre con test o dati del fornitore.

Come prevenire ovalizzazione e grinze (processo)

Scegli il mandrino giusto, alla distanza giusta: pieno, a sfere o articolato in base al raggio; punta avanzata a ridosso del punto tangente.

Mantieni il wiper affilato e in appoggio: rimuove l’onda nascente; controlla l’angolo e l’usura del bordo.

Pressa e contromatrice: settaggi corretti di pressione e boost (alimentazione assistita) riducono stiramento e schiacciamento.

Rulli/cave sagomate (in calandratura e per profili) supportano le facce larghe e limitano l’imbarcamento.

Applica una lubrificazione coerente al materiale: uniforme, costante, pulita; riduce rigature e dissipazioni.

Come prevenire in progettazione (DFM)

Aumenta il raggio quando possibile: ogni “mezzo diametro” in più abbatte ovalizzazione e grinze.

Distribuisci gli spessori: evita pareti troppo sottili su raggi stretti.

Allontana fori e asole dalla zona di piega (≥2-3×t) per non indebolire l’anello interno.

ovalizzazione e grinze

Uniforma i CLR in un assieme con più pieghe: meno cambi attrezzaggio, qualità più costante.

Posiziona la saldatura (se presente) sul lato neutro o esterno, mai all’interno del raggio stretto.

Quando il lavoro è fatto, usa calibri/maschere per verificare raggio e angolo, tamponi per Dmin/Dmax e profilometri per mappare eventuali grinze.

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In sintesi: ovalizzazione e grinze non sono inevitabili. Con un corretto bilanciamento tra raggio, spessore, attrezzaggio e DFM, si ottengono pieghe pulite, ripetibili e pronte per l’assemblaggio senza rework.

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